Dipendenze, giovani tra vita e libertà

Cara Repubblica,


Il 2019 è passato parlando ripetutamente di disagio giovanile, ricoveri per intossicazione da droghe, dati negativi relativi al consumo di alcol e sostanze, ecc. Il consumo di alcolici e sostanze stupefacenti come i cannabinoidi non fa altro che spingere i nostri giovani ad essere demotivati ed indifferenti alla bellezza della vita. I media hanno riportato puntualmente i fenomeni negativi e noi addetti ai lavori abbiamo pontificato e suggerito soluzioni. Sempre le stesse soluzioni: educazione, informazione corretta, incontri con le scuole, progetti, programmi, tavole rotonde, dibattiti. Chi più ne ha più ne metta. Certamente tutto può essere utile, tuttavia sul pulpito ci sono sempre gli adulti e sotto i giovani colpevoli di tutto. Edoardo Bennato recita “e nel nome del progresso il dibattito sia aperto, parleranno tutti quanti, dotti, medici e sapienti. Tutti intorno al capezzale di un malato molto grave…così giovane è peccato che si sia così conciato” Ecco dotti, medici e sapienti hanno parlato, ma la situazione peggiora.
Non è che la causa di molti comportamenti negativi è da attribuire alla supponenza di noi adulti? Adulti che predicano bene e razzolano male! Famiglie che non ascoltano più il suono delle cose vere, perché il sistema le rende in preda di bisogni e compiti materiali, del denaro, di oggetti superflui. D’altra parte i media e la rete le abituano a parlare solo di gossip, cucina, scommesse e mai di vera sostanza.
E adesso? Non ci resta che sognare un cambiamento nel rapporto educatori/giovani. Ma prima che il rapporto cambi, a cambiare dobbiamo essere noi: più coerenti, più maturi, più propensi a mettersi in discussione. Soprattutto pronti a raccogliere il grido di aiuto dei nostri ragazzi. In realtà a suggerire il cambiamento potrebbero essere loro stessi. Lo abbiamo compreso ascoltandoli al termine dei nostri incontri “Educazione a corretti stili di vita”.
Basterebbe ascoltarli! Valutarne i bisogni e di conseguenza difendere il loro bagaglio di sogni e speranze anche attraverso una costante manutenzione della loro autostima, della loro innata esigenza di fare comunità in modo virtuoso.
Per addivenire a ciò genitori, educatori, adulti in generale devono intraprendere un percorso con i giovani per imparare ad “esistere” e come ci suggerisce Vito Mancuso ad essere migliori e non “i migliori”. La sfrenata competizione che si è venuta a creare, favorendo una sorta di afinalistico darwinismo sociale, non fa altro che creare vittime.
Disagio per chi è meno dotato e disagio per chi non “vince” sempre.
Adulti e giovani insieme devono impegnarsi ad uscire dalle catene del senso comune ormai deviato, dall’addiction di un ambiente sopra le righe, ma “esistere” nel senso di avere coraggio di collocarsi al di fuori della misera, massificata e afinalistica routine quotidiana. Ci vuole molto per raggiungere questa condizione? No! Bisogna allenare il pensiero a creare una rete di relazioni vere e non di plastica (vedi cellulari e quant’altro) in grado di apprezzare anche le piccole sfumature dell’attività umana e di alimentare in chi è più dotato la necessità di restituire energia in termini di cultura e di partecipazione per il bene comune. Inoltre, vi è necessità (e i giovani anche se indirettamente ne fanno richiesta) di intraprendere un percorso spirituale (che non ha nulla a che vedere con la religione) in grado di liberarci dai nostri stessi condizionamenti e quindi conoscere noi stessi e comprendere le enormi potenzialità che ognuno di noi ha. La vera dimensione spirituale a nostro avviso è data dalla consapevolezza di chi siamo e dove vogliamo e possiamo andare per il bene comune. Ecco che la carenza di autostima ed il disagio che ne deriva per non essere sempre vincenti, competitivi e produttivi potrà trovare un freno. D’altra parte spesso è proprio in questo che trovano spazio alcolici, sostanze ed anche comportamenti scorretti che ingannano la nostra “mente”, la nostra “coscienza” e non fanno altro che aumentare il disagio facendo pagare con il passare del tempo un conto da usura.
In questo sogno crediamo e nel 2020 ci impegneremo ancora di più per dare del nostro meglio. E ora ci rivolgiamo agli adulti. Volete sapere se siete veramente liberi? Provate a brindare con chinotto e non con alcolici. Se non ci riuscite il percorso è ancora lungo. Auguri a tutti.

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