PROMOZIONE, PROTEZIONE DELLA SALUTE E ACCOGLIENZA. A BRESCIA “L’ALCOHOL PREVENTION DAY… ANDARE OLTRE L’ACOL”

IL 6 – 7 E L’8 APRILE TORNA IN CITTÀ L’APPUNTAMENTO ANNUALE ORGANIZZATO DA A.C.A.T BRESCIA CHE HA L’OBIETTIVO DI SENSIBILIZZARE LA CITTADINANZA SULLE PROBLEMATICHE

E LE TEMATICHE CORRELATE AL CONSUMO DI ALCOL E PROMUOVERE INIZIATIVE DI PREVENZIONE.

Brescia, 3 aprile 2019 – “Brescia Alcohol Prevention Day…andare oltre l’alcol”, questo il titolo dell’edizione 2019 dell’appuntamento annuale organizzato da A.C.A.T Brescia che ha l’obiettivo di sensibilizzare la cittadinanza sulle problematiche e le tematiche correlate al consumo di alcol, facendo proprie le indicazioni suggerite dall’Osservatorio Nazionale Alcol e il Centro Collaborativo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per la ricerca e la promozione della salute su alcol e problemi ad esso correlati dell’Istituto Superiore di Sanità.

L’evento, che si terrà il 6-7 e 8 aprile, è infatti dedicato all’aggiornamento tecnico-scientifico ed epidemiologico  delle tendenze in atto a livello nazionale e internazionale e offre un’importante occasione di confronto, informazione e accoglienza sulle tematiche legate al consumo di alcol.

Quattro le location protagoniste di questa edizione: oltre alle due piazze cittadine, Loggia e Mercato, saranno coinvolti anche il Teatro San Carlino e l’Università di Brescia che ospiteranno i momenti clou dell’evento.

Il coinvolgimento della comunità sarà domenica 7 quando, dalle 10 alle 18 in Piazza del Mercato, si terrà l’inaugurazione dell’evento con la presentazione delle attività dell’A.C.A.T. Brescia e verrà allestito un laboratorio esperienziale con attrezzatura ALCOVISTA della cooperativa Bessimo. La musica firmata radio Bruno,

le performance canore di Stefano Vigani e la LIVE MUSIC con Renato Caruso ed Elisabetta Gozio faranno da colonna sonora alla giornata, mentre non mancherà l’intrattenimento grazie alle esibizioni dell’associazione M2 fitness

e ai giochi gonfiabili per bambini. In un’atmosfera rilassata e gioiosa si creeranno momenti d’informazione e confronto per chi vorrà ascoltare le esperienze delle famiglie che conoscono il problema alcolcorrelato  e complesso.

Lunedì 8 aprile dalle 9 alle 13 nell’aula G dell’Università di Medicina si terrà invece l’incontro dal titolo “Politiche europee e alcol… e Brescia?”. Moderato dalla giornalista Anna Della Moretta il dibattito ha l’obiettivo di essere uno scambio di esperienze con i rappresentanti della salute pubblica e privata sul tema del «bere moderato» con riferimento all’Approccio Ecologico Sociale del professor Hudolin e dell’importanza del lavoro in rete.

A inaugurare questa due giorni sarà invece un momento culturale al Teatro San Carlino di Brescia, dove si terrà

la rappresentazione teatrale “Il rabdomante…prima o poi anche il vino termina”, un suggestivo viaggio iniziatico nella riscoperta di se stessi.

In occasione della manifestazione verrà anche lanciata, in base al progetto “Alcol, giovani, sport: come trasformare la cultura dello sport in uno strumento di promozione della salute?”, una ricerca sul territorio bresciano per rilevare conoscenze, attitudini e percezioni sull’impatto dell’alcol nei luoghi preposti allo sport (soprattutto il calcio)

e produrre linee guida per ridurre il rischio alcolcorrelato tra i giovani.

“Lo scopo dell’Associazione Italiana dei Club Alcologici Territoriali è quello di creare condizioni umane, sociali, culturali e spirituali per la promozione della vita, della salute e della libertà delle persone e delle famiglie con problemi alcol correlati e complessi, secondo i principi e la metodologia dell’Approccio Ecologico Sociale del prof. Hudolin,

che interpreta l’alcolismo e gli altri problemi alcol correlati non come un “vizio” o malattia, ma come uno stile

di vita determinato da molteplici fattori sia interni che esterni alla persona tra i quali la famiglia e la cultura generale e sanitaria della comunità dove le persone vivono e lavorano.” – spiega Carlo Riva, Presidente dell’A.C.A.T Brescia. “Per poter raggiungere un’efficiente collaborazione gli attori devono condividere le premesse e gli obiettivi:

è necessario partire dai bisogni delle famiglie e della comunità, e non solo dai bisogni degli operatori. Il lavoro nella comunità – conclude Riva – si traduce in una fitta rete, il più possibile capillare dei punti di appoggio per la protezione e la promozione della salute, per la lotta per la qualità della vita. E questi punti di appoggio sono tutti gli individui,

le famiglie, i club e le organizzazioni pubbliche e private”.

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